IL MAESTRO E L’INFANTA di Alberto Riva

Autore: Alberto Riva

Editore: Neri Pozza

Collana: I narratori delle tavole

Anno edizione: 2021

In commercio dal: 4 marzo 2021

Pagine: 272 p.

EAN: 9788854522411

“È stato alla fine dell’estate del 1720 – verso settembre – che nella ventosa città di Lisbona per la prima volta la incontra. Domenico Scarlatti è giunto per presentare i suoi servizi al ricchissimo re di Portogallo e Algarve, João Y Bragança.”

A fine estate 1720, Domenico Scarlatti si trasferisce a Lisbona, chiamato presso la corte di João V di Bragança come maestro di Cappella. A questo compito, in breve tempo si aggiunge quello di maestro di musica dell’infanta Maria Bárbara.

Il romanzo racconta, quindi, attraverso l’insolita tecnica del narratore onnisciente, di questo rapporto particolare che s’instaura tra maestro e alunna e che durerà tutta la vita.

Due anime affini, legate dall’amore per la musica, ma anche dalla loro indole sensibile e malinconica.

Domenico Scarlatti, di cui  si sa poco, infatti, è qui descritto come un uomo silenzioso e serioso, che ha poca fiducia nel suo talento, schiacciato dalla fama e dalla sete di successo del padre Alessandro.

“I suoi silenzi, abbastanza misteriosi, a volte davvero troppo lunghi, non lasciano però spazio all’ansia, alle paure. C’è una tensione costante, è vero, che lo caratterizza, un non detto infondo al cuore, ma in lui c’è anche un’indefessa fiducia nelle cose che debbono accadere.”

Maria Barbara di Bragança, fanciulla e donna che non rispecchia i canoni dell’epoca, sia dal punto di vista fisico che nello stile di vita, amante degli animali e delle arti, in particolar modo della musica, è avulsa da tutto quello che è solita fare una donna del suo tempo.

Anche lei, come il suo maestro di musica, solitaria e melanconica.

Scarlatti non abbandonerà mai la sua allieva, la segue anche in Spagna, quando sposa Fernando di Borbone.

Per lei e per le sue mani comporrà esercizi particolari, che diventeranno poi le sue celebri Sonate, eseguite oggi dai più grandi pianisti, pervenuti a noi grazie proprio alla regina Maria Bárbara di Bragança che aveva fatto rilegare gli oltre cinquecento esercizi del suo maestro.

È stata particolarmente interessante per me come l’autore abbia descritto la musica di Domenico Scarlatti, sicuramente da esperto conoscitore della materia, ma soprattutto ha fatto sì che stimolasse la mia curiosità ad approfondirne la conoscenza delle sue opere. Spesso leggo ascoltando musica e questa volta non potevo che accompagnare la mia lettura con quelle dello stesso autore di cui leggevo. In particolar modo è stata questa sequenza di brani che mi ha fatto compagnia in queste lunghe giornate di convalescenza

https://www.youtube.com/watch?v=Ricjo8ihKs0

https://www.youtube.com/watch?v=X-JaVGYG2i8

Mirabile è il modo in cui Riva riesce a spiegare l’unicità musicale del compositore napoletano, uno dei miei passaggi preferiti è:

“«Vi devo confessare, maestro, che ho provato a suonare qualcuno anch’io e non capisco come possano far progredire un principiante con qui repentini cambi di ritmo, quelle melodie – forse è solo una mia impressione – che talvolta appaiono incoerenti l’una con l’altra.

Sembrerebbe che stiate andando verso una fuga alla maniera del signor Bach, ma poi non è del tutto una fuga. Sembrerebbe che staiate architettando un capriccio sullo stile galante di Porpora, ma non si tratta di capriccio. Si ha la piacevole impressione, talvolta, di trovarsi al cospetto di una gavotta a la Remeau, ma ecco che voi frustrate le nostre aspettative: non abbiamo una gavotta! Vi prego di perdonare se la mia osservazione vi giunge eccessivamente categorica, dom Domingo, ma si ha l’impressione che in certi passaggi abbiate agito con l’esclusivo obiettivo di divertire voi stesso, senza tener conto dell’ardimento a cui sottoponete l’allieva.»”

Ma il “Maestro e l’infanta” è anche un romanzo storico che, oltre a descriverci i due protagonisti principali, ci narra di avvenimenti del passato poco conosciuti e personaggi di spicco, soprattutto in ambito della musica europea, uno fra tutti il noto soprano Farinelli, chiamato alla corte del re di Spagna per tranquillizzare le sue notti insonni.

“Ha deciso di cantare a cappella. È così, nuda, la sua voce scuote la notte, riempie ogni fessura, ogni angolo, striscia lungo le pareti, è come una chiave che apre tutte le porte.”

Alberto Riva offre ai lettori una storia intensa e delicata, alternando realtà e finzione in un connubio in cui realismo e suggestione si fondono in maniera perfetta.

Con una scrittura ponderata ed estremamente lineare, ma ricca di dettagli, Riva ci regala una storia vera che però ha quel sapore di favola che tanto piace a noi lettori…

“«Cosa sono esattamente queste cose che componete, maestro?»

«Esercizi»,

«D’accordo, ma la musica dov’è?»

«La musica è dentro di voi, maestà».”

Citazioni tratte dal romanzo, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram 

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